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Woolrich: il Parka come icona di stile

woolrich arctic parka

Io sono un tifoso e questa non è una novità. Faccio outing: poche cose mi danno soddisfazione come una bella tribuna verde primo anello h 20.45 di novembre o dicembre, magari per un testa a testa col Manchester…

Si, ma al Meazza fa un freddo cane, e allora? Niente di meglio dell’Arctic Parka della Woolrich!

woolrich arctic parka

WOOLRICH, un po’ di storia

Non vi voglio tediare con dettagli inutili, ma le origini di questa azienda sono rivelatrici del successo ormai planetario del brand.

John Rich è un gentiluomo inglese che nel 1830 arriva in Pennsylvania e apre un opificio che produce abbigliamento da lavoro, salvo poi trasferirsi a Woolen Mill vicino a Philadelphia nel 1845.

La sua specialità sono i tessuti e le giacche per il grande freddo (wool-rich vorrà pure dire qualcosa…) e stiamo parlando di anni in cui ci si scaldava davanti al camino…

Eravamo all’alba della rivoluzione industriale e John Rich organizza persino dei villaggi per i lavoratori, come fece Adriano Olivetti a Ivrea, mantenendo degli standard qualitativi tali da garantirgli le forniture all’esercito in entrambe le guerre mondiali, nonchè la “sponsorizzazione” delle spedizioni antartiche di Richard E. Byrd.

La svolta stilistica è roba dei giorni nostri, quando inizia la collaborazione con WP-Lavori in corso, distributore per Italia ed Europa, che si prende la briga di spiegare agli americani che una giacca per minatori, ranger e pescatori di balene può diventare un capo fashion.

Con questo mood nasce anche la linea Penn-Rich, con fitting più asciutti e uno styling più giovane, abbinato ad una fascia prezzi più “tranquilla”.

ARCTIC PARKA, QUANDO IL GIOCO SI FA DURO…

woolrich arctic parka

Woolrich Arctic Parka no fur F/W 16/17

Tornando a bomba, il mio Arctic Parka non ha rivali nella bruma milanese!

Innanzi tutto il tessuto, misto cotone e nylon con finiture in teflon, che garantisce “tenuta” al vento e traspirazione, unito all’imbottitura di piumino d’oca e anatra, che non sarà il massimo dell’ecologia (e del veganesimo…ma anche sticazzi…) e vi sembrerà di avere i pannelli solari sulla schiena in pieno inverno.

Certo anche il pelo di Coyote a bordo cappuccio non è molto politically correct, ma considerate che in alcune zone degli Stati Uniti (tipo Los Angeles) i Coyote sono considerati pericolosi predatori degli animali domestici.

Comunque esiste anche la versione vegan-eco-animal-friendly senza pelo nel cappuccio e come stile è perfetta: inconfondibile ma sobria, grintosa ma facile da abbinare, ideale col denim ma perfetta con ogni pantalone sportivo (che il brand presenta nel suo total look) come pure sopra ogni business suit, blu su grigio o beige su blu, così tanto per fare un esempio.

GUIDA ALL ‘ACQUISTO del Woolrich Arctic Parka

Vale la pena spendere circa 700 euro per questo giaccone? Diciamo subito che le alternative ci sono (vedi North Face o Napapiri) a prezzi più abbordabili, ma, considerata la qualità, la persistenza del modello in collezione, la versatilità di uso (basta che faccia freddo e lo ficcate su tutto) e lo styling veramente superbo e immortale direi che un investimento si può anche considerare.

Trovarlo in saldo è veramente difficile, conviene semmai cercarlo negli outlet, magari a Fidenza (difficile…) o a Pero.

Attenzione, astenersi vendite on-line estremamente convenienti: sono farlocchi che vi faranno rimpiangere i 350 euretti buttati nel WC.

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