Tecnicamente sarebbero 6-inch boots, gli addetti ai lavori li chiamano “gialloni”, ma tutti li conosciamo come Timberland e ,diciamo la verità, non ce li siamo mai tolti dagli anni ’80.
Sia chi era un paninaro in quegli anni ruggenti, sia chi ha perso questo epocale passaggio della società civile ha comunque avuto modo di calzare con soddisfazione un paio di questi capolavori dell’industria a stelle e strisce.
La nascita del mito Timberland
La Timberland ha una storia centenaria, ma il “giallone” nasce nel 1973, non certo come scarpa fashion, almeno nelle intenzioni di Sidney Swartz, il boss dell’azienda americana.
Il 6-inch doveva essere un polacchino da lavoro per i rednecks del New England, fabbricato con lo stato dell’arte dei materiali dell’epoca, costruito per essere robusto e impermeabile, confortevole e caldo, con il fondo termosaldato e le cuciture quadruple, con 38 componenti diversi e 80 fasi di lavorazione.
Non è raffinato a livello “ingegneristico” come il Red Wing, ma fa fottuttamente bene il suo fottuto lavoro, soprattutto con le nuove tecnologie che hanno aggiunto un fondo più leggero e un plantare più confortevole.
L’idea rivoluzionaria per il 1973 era creare una scarpa di pelle completamente impermeabile, non certo degli stivali per fighetti.
Beh, un Italiano (la Ritz, ndr) lo nota e decide di farne un fashion must oltre che uno status symbol, ne importa 600 paia, le vende tutte in un mese, poi altre 600… e da lì parte la leggenda.
Perchè il 6.inch è sicuramente diventato una icona di costume a livello planetario e rappresenta lo stile yankee assieme ai Levis 501 e ai fedora della Stetson.
Attraverso le generazioni e le mode
Al di là dei nostalgici come me che al giallone non rinunciano e ogni inverno lo rispolverano con cura maniacale, il polacchino giallo (o anche color tabacco, nero, marrone sfumato…), da vera icona, ormai è un modello ricorrente in tantissime collezioni e gli stilisti si divertono a riproporlo e brandizzarlo sulle passerelle di ogni fashion-week.
Non solo Gucci, North Face, RaRe, New Era, ma anche Supreme,il brand più cool in assoluto, come Pharrell, che ha concepito la Bee ltd edition, tutti insomma vogliono mettere le mani addosso allo yellow boot più amato al mondo.
E naturalmente il mondo dell’hip hop lo ha subito inglobato, da Rihanna a Kanye West, passando per Eminem e Jay-Z.
Ora a noi ruvidi tutto questo lascia abbastanza indifferenti, direi.
Possono farlo anche fluorescente o con la stampa Pokemon, ma a me il 6-inch continuerà a piacere così com’è, perché è comodo, caldo, non ti bagni i piedi, coi jeans sta da dio e con i chinos pure, ci puoi camminare per ore ed è perfetto per la pedivella di avviamento di una qualunque motoretta dagli anni ’70 in giù.
E poi, in qualche recondita zona del mio cervello, sento i Duran che attaccano “Wild Boys,Wild Boys!” e mi scatta l’ignoranza…
Il giallone è un buon investimento
Diciamolo, il 6-inch non è a buon mercato, siamo sopra quota 200 €, che son bei soldi, anche se meno di un paio di Red Wing, ma ha una resa eccezionale.
Come vi ho già detto, non passa mai di moda, poi non si riesce a distruggerlo neanche in cantiere e più diventa vecchio più diventa bello.
Mi raccomando, diffidate dalle imitazioni!
Se volete risparmiare in pò cercate l’outlet della Timberland, del quale ho già scritto, o gli altri outlet nei vari McArthur Glenn o simili tipo Serravalle.
Altrimenti provate on line (vedi sotto) ma, as usual, occhio alla misura e al tarocco…
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