Scalo Milano City Style, un “centro commerciale luxury” per “fashion, design & food“. Ma c’era veramente bisogno di un posto così?
Io sono un tipo curioso. Soprattutto dei centri commerciali.
Chiarisco il concetto: mi attirano fin da quando ero bambino tanto che mia madre mi portò in California a visitarne uno e mi suggerì il concetto di “luna park” per adulti.
Oggi il mio è un rapporto di amore/odio: vado, osservo, prendo nota. Ma entro la mezz’ora devo scappare, uscire, andarmene in preda alla nausea: troppa gente, troppe luci, troppa roba.
Ok, appurato il mio rapporto con Freud, perché vi parlo di un centro commerciale?
Scalo Milano CENTRO COMMERCIALE? NO, OUTLET!
Scalo Milano è partito fra squilli di tromba come un “centro commerciale luxury” per “fashion, design & food“, quindi uno si aspetta chissà che e viene assalito da un dubbio: c’è veramente bisogno di un posto del genere a Locate Triulzi, a 10 chilometri da Via Montenapoleone? Cosa potrebbe convincere un ipotetico frequentatore ad immergersi nella nebbia per trovare un’offerta limitata rispetto all’originale, che comunque “fa fatturato” soprattutto grazie a russi e cinesi?
Quindi eccomi, novello documentarista, in quel di Locate in un uggioso pomeriggio di Novembre.
La location è, devo ammetterla, eccezionale, molto scenografica, decisamente Hi-Tech. Ma se piove ci si bagna…
Gli stores sono molto belli, ma la risposta ai miei dubbi sta nelle vetrine.
PREZZI PER SCALO MILANO
Tutti gli articoli in vetrina hanno il doppio prezzo, quello normale e quello “per scalo Milano”, che significa scontato circa del 30%, che non è male per capi della collezione attuale o quantomeno “classici”.
Detto questo, il concetto di “fashion” e “luxury” è stato un po’ travisato, visti i brand presenti.
Se è pur vero che svettano lo store di Fratelli Rossetti e Karl Lagerfeld, la maggior parte delle vetrine passa da Nike ad Adidas, G-Star, Marlboro, K-Way, Levi’s, Superga o Carlo Pazolini (!) .
All’interno dei negozi, inoltre, l’offerta è piuttosto limitata, come se si trattasse di avanzi di produzione.
Scalo Milano WORK IN PROGRESS
A parziale spiegazione di questo triste spettacolo va detto anche che la gran parte degli stores è ancora in fase di apertura, quindi la logistica finale è ancora in via di definizione.
La sensazione generale, comunque, è che il lusso sia usato come specchietto per le allodole per vendere aziende “low cost “.
DESIGN AND FOOD
Sul design c’è poco da dire. Show room di mobili ce ne sono, belli anche, aziende come Poltrona Frau – molto costose – che poco si sposano col low cost.
Il food, poi, mi sembra la riproposizione dell’offerta di un qualunque centro commerciale, da Road House in giù, come se fosse necessario andare a Locate Triulzi per mangiare da Spontini.
Ma ne VALE LA PENA?
E’ domenica? Non gioca l’Inter? Piove? In montagna non c’è neve? Non avete voglia di andare al cinema?
Beh allora…fatevi un giro al Poldi Pezzoli: la vostra cultura farà un salto di qualità e avrete evitato una maxi rissa al parcheggio!
