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Royal Enfield: non chiamatele “cancelli”

Royal Enfield. Le vedi in giro per strada (poche, a dire il vero) e pensi: “Ma ne fanno ancora?”

Poi lo sguardo va al possessore e, regolarmente, non è una persona normale, anzi, di solito, è fuori dagli schemi come la sua moto.

Siamo parlando di una moto, la Royal Enfield, perché agli inglesi, si sa, puoi fargli tutto ma non toccargli la Regina.

Royal Enfield MADE LIKE A GUN, FAST LIKE A BULLET

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Ph. Carlo Chiesa

La Royal Enfield è, semplicemente, la moto che porta sul serbatoio il marchio più antico oggi in attività (dal 1890) come ramo produttivo della Royal Small Arms Factory Enfield Lock, che, principalmente, produceva appunto armamenti.

Per questo il modello-icona si chiama Bullet, così, per identificarsi con il concetto di velocità.

Le Enfield sono moto veloci, lo sono state davvero, come testimoniano la vittoria della mitica Six Days nel 1948 con la G350 0 la famosa Constellation Twin degli anni ’50,considerata la prima superbike mai costruita.

Alla fine degli anni ’50 viene inaugurata una linea di produzione in India che, ad oggi, è l’unica rimasta attiva.

Sì perché ormai dei fasti del passato è rimasto ben poco, l’azienda è indiana al 100% (come, del resto Land Rover e Jaguar…le colonie che si comperano i colonizzatori) e di veloce c’è rimasto il ricordo.

IL FASCINO DEI CANCELLI

Royal Enfield 17Ma il fascino no, quello non è morto, anzi, proprio per essere rimasta fedele alle sue origini, la Royal Enfield è un oggetto unico e accattivante.

Un giorno un collaudatore smanettone mi disse, parlando delle Royal, “non frequento cancelli”, alludendo alla somiglianza con i suddetti per l’essere composta di tubi e piantata per terra, cioè, diciamo così, poco veloce, ma lui indossava dei calzoncini del Milan…

Parliamone.

Poco veloce, senz’altro: cosa si può pretendere da un 500 cc monocilindrico 4 tempi raffreddato ad aria da 20,3 kw con un telaio vetusto che oggi manco su una 125 vedi più? Guardate le sospensioni, oltre un tot non si può tirare.

Ma non è quello il punto, il bello del viaggio non è correre veloce, è il viaggio stesso, è l’emozione di sentire ancora le vibrazioni del motore, il rumore dello scarico, governare un mezzo che senti ancora tuo, non un cyborg che ti fa suo.

Poi la Enfield in città è uno spasso, è agile, bassa, si guida bene, ha una bella coppia e, poi, diciamolo cazzo, ha stile da vendere…ti senti Hemingway, Che Guevara, Steve MC Queen…uno scooterista queste cose se le sogna.

Royal Enfield 22

LA GAMMA? UN MOTORE E TANTA FANTASIA

Royal Enfield 21L’unità di base è quella di cui abbiamo parlato, cara grazia che ha l’iniezione EFI se no manco potrebbe circolare in Europa, con diversi livelli di allestimento e accessori che consentono customizzazioni a piacimento, fra le quali a me piace molto la Army che ricorda le origini, cioè l’impiego militare.

Volendo si può tirarne fuori una fascinosa scrambler, con cui però non mi avventurerei nel fuori strada.

Dal 2013 è stata aggiunta la Continental GT, una Cafè Racer in chiave rocker che è la più leggera e ha un motore nuovo più potente, seppur di poco, gomme sportive e sospensioni adeguate.

Costano mediamente poco, intorno ai 6000 euro, ma occhio agli accessori: made in India, ma prezzi UK!

Royal Enfield, DOVE LE TROVO?

L’importatore è R.E. Italia, e sta a Marghera (VE), poi ci sono diversi concessionari in Italia, in genere appassionati sino al feticismo,  esperti meccanici pronti ad assecondare gli appassionati.

A Milano c’è Terzimotor, in via Cassinis,13

Tenete presente una cosa: una Royal non è uno scooter, non è una Honda, richiede cura, amore, come una bottiglia di vino d’annata: va coccolata, curata, gestita, roba da iniziati, meccanici, piloti, non motociclisti della domenica…siete all’altezza?

Royal Enfield: non chiamatele “cancelli”
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