Questo articolo non piacerà a Luca Manni, ma andava scritto, punto e basta.
Perché la Porsche 356 è una leggenda che ancora vive in mezzo a noi e le sue origini sono, a dir poco, stupefacenti.
Concordo con Fast Manni che le 911 di oggi sono solo lontane parenti delle 356 degli anni ’50, ma questo vale praticamente per tutto il parco circolante odierno delle autovetture.
Ferdinand Porsche, un genio
Tutto si potrà dire di Ferdinand Porsche, ma una cosa è sicura: è stato uno degli innovatori del mondo a quattro ruote e la versatilità di certo non gli è mancata.
Stiamo parlando di un signore che nel 1900 (!!!) presenta all’esposizione universale di Parigi il primo prototipo di automobile ibrida a trazione integrale, la Semper Vivus Lohner Porsche, della serie Lexus scansati…
Dal 1906 fino al 1934 diventa il faro della Austro-Daimler, portando la prima Mercedes ad imporsi nella Targa Florio.
Credo che non ci fossero molte alternative per Ferdinand nel 1934 quando, in seguito all’avvento di Adolf Hitler, fu messo a capo del progetto che portò alla nascita del Maggiolino, cioè della Wolks-Vagen, ossia l’auto del popolo, con un prezzo massimo di 1000 marchi.
Ferdinand Porsche era un nazista?
Non è che a certe persone si possa facilmente dire di no, per cui Ferdinand Porsche si trovò anche a progettare i panzer per il Fuhrer, come peraltro fece anche il famoso Werner Von Braun con i missili.
Sta di fatto che alla fine del conflitto Porsche si trovò in carcere in Francia con la pesante accusa di collaborazionismo.
Chiarisco la situazione per i più giovani: anche mia nonna si trovò nella stessa situazione perchè il terzo reich le requisì la fabbrica obbligandola a produrre scarponi per le truppe del fuhrer, ma se l’alternativa era un viaggetto in treno fino ad Auschwitz lei e i suoi operai famiglie comprese…
La cosa finì a schiaffi con i partigiani, ma questa è un’altra storia.
I perfidi cugini d’oltralpe cercarono di estorcergli progetti da utilizzare per la rinascente industria francese, ma arrivò prima Piero Dusio che, pagando una sorta di riscatto, gli chiese in cambio il progetto della prima Cisitalia.
Insomma nel 1948 Ferdinand era libero di aprire la sua bottega artigiana, tale era, nella cittadina di Gmund, nei locali di una vecchia segheria.
Nasceva così la Porsche e nasceva anche la 356, dal nome del suo primo progetto, prima che nel 1950 l’ambaradan si trasferisse definitivamente a Stoccarda, dove il povero Ferdinand l’anno successivo lasciò questa valle di lacrime.
La 356, il maggiolino schiacciato
Abbiamo parlato di laboratorio, difatti in Carinzia furono prodotte in tutto 52 esemplari di 356, la cui carrozzeria era realizzata in alluminio battuta a mano su legno a cura di mastro Weber, un artigiano locale
Il motore, originariamente di 1,1 litri, poi portato nelle diverse versioni a 1,2 – 1,3 – 1,5 – 1,6 e 2,0 litri, aveva un range di potenze che spaziava dai 40 CV delle prime versioni ai 130 delle versioni Carrera 2,0 ed era direttamente derivato dal propulsore Volkswagen che equipaggiava il Maggiolino, montato posteriormente a sbalzo e raffreddato ad aria (fatto salvo il primissimo esemplare avente motore centrale) e trazione posteriore.
Da qui la polemica col Manni che sostiene che il tutto in realtà sia fatto per spender poco, quindi la 356 e le derivate 911 siano auto “povere” anche progettualmente.
Il che sarà anche vero, ma questo secondo me accresce la genialità del progetto: produrre una Gran Turismo da competizione partendo da una “macchina del popolo”.
Una piccola bastarda
La 356 era piccola e, tutto sommato, abbastanza spartana e poco glamourous, ma grazie alla sua leggerezza, unita all’agilità, affidabilità e tenuta di strada, fece breccia nei cuori di legioni di appassionati di auto sportive e, come è ovvio, di un gruppo di affezionate star del mondo dello spettacolo, che amarono il carattere ruvido, è proprio il caso di dirlo, della Porsche 356.
Fra di esse, come da collage sotto, potrete notare Steve, Paul, James, Janis, Marcello e Jimmy Dean.
Serve altro per amarla? no, direi di no, difatti la “Little Bastard”, come l’aveva soprannominata Jimmy, è fra le vetture d’epoca più amate dai collezionisti, fra i quali ricordiamo Jason Key, Ralph Lauren e Jason Statham.
E se faccio un bel 6 al superenalotto…
