Chi mi segue ormai ha capito che uno dei miei punti di riferimento nella storia del cinema e dello stile italiano è lui, Marcello Mastroianni, l’attore che non sapeva e non voleva recitare.
Cosa mi piace di Marcello? la sua leggerezza, la sua nonchalance, il suo sorriso ironico che rispecchiava uno stile di vita distaccato e insieme profondo, che aveva colto il senso dell’ esistenza: non è una cosa seria, nessuno ne uscirà vivo.
Marcello,attore per caso
Marcello Mastroianni in effetti si ritrova attore professionista senza volerlo,dopo un esordio in una compagnia amatoriale di studenti universitari dove recita un po’ per passione è un po’ per sbarcare il lunario.
La sua fortuna passa per Luchino Visconti, non esattamente uno qualunque, che lo nota e lo prende nella sua compagnia dove, in brevissimo tempo si impone con la sia recitazione istintiva, naturale, anche in ruoli scomodi come quelli shakesperiani .
Ma quello che condizionerà il suo destino sarà l’inevitabile incontro con Cinecittà e la deflagrante industria cinematografica italiana degli anni ‘50 e ‘60.
Il bel Marcello
Marcello esordisce nel cinema con il ruolo predestinato di “bell’amoroso” , insomma di cascamorto brillante, una versione raffinata di Renato Salvatori, che però riesce a caratterizzare con la sua ironia, come se dicesse :”sono bello ok, ma non prendetemi sul serio”.
Decine di film che non gli piacciono, ruoli in fotocopia legati a flirt veri o presunti con le attricette del momento: tutto questo non poteva bastargli.
A questo punto, però, Marcello incontra il regista della sua vita, l’uomo che farà di lui l’attore italiano più famoso al mondo: Federico Fellini.
PER SAPERNE DI PIÙ
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Marcello e Federico,due facce della stessa medaglia
Federico sceglie Marcello per il ruolo chiave della Dolce Vita, proprio per la sua faccia normale da Italiano qualunque, che lui manipola fino a trasformarlo nell’immagine del seduttore italiano.
I due diventano grandi amici, legati dalla stessa concezione della vita e del cinema, intesa come finzione più autentica della verità, fino a fonderli in un unico personaggio in “8 e 1/2″, dove Marcello impersonifica Federico.
Quello che successe dopo a Marcello è storia, ma non lo rappresenta veramente.
Marcello Mastroianni, un uomo pigro
Mastroianni non era quel personaggio, il giornalista seduttore seriale, anzi, era un uomo fragile innamorato della moglie Flora, che della seduzione amava la componente ludica,
Anche se tutti i giorni i pullman delle turiste americane passavano sotto casa sua per venerarlo come una star, in fondo tradì veramente Flora solo con Faye Dunaway (e c’è da capirlo, direi) e la lasciò (pur senza divorziare mai) per Catherine Deneuve che lo portò con sé a Parigi e fu la passione della sua vita.
Dopo la relazione con la Deneuve, la sua ultima donna fu la regista Anna Maria Tatò, con cui convisse fino alla fine dei suoi giorni.
Non esattamente una vita da dongiovanni, quanto piuttosto la storia di un uomo che si lascia vivere nel corso degli eventi, aspettando la bellezza di un nuovo sentimento.
Una sorta di splendida pigrizia esistenziale che lo caratterizzò anche nella sua carriera artistica, impedendogli il grande salto ad Hollywood, che pure lo idolatrava, rifiutando sistematicamente tutti i copioni che gli presentarono.
Imparare l’Inglese era decisamente troppo faticoso, la sua realtà artistica era nel vecchio continente,principalmente con Federico.
Mastroianni l’icona di stile italiano
La recitazione naturale di Marcello si rispecchiava nel suo inconfondibile stile, così indiscutibilmente italiano.
Sembrava nato per portare lo smoking, con quell’aria un pò fuori posto ma insieme padrona della scena, così a suo agio nei panni del maschio seduttore in “Matrimonio all’italiana“, come nell’incredibile protagonista di “Una giornata particolare“.
Mastroianni era elegante e snob anche in canottiera e ciabatte (se non ci credete, andatevi a rivedere “I soliti Ignoti“), come Steve McQueen, e rappresenta al cento per cento lo stile italiano nella sua eterna eleganza.
È inutile cercare di copiarlo, il suo stile era frutto della sua personalità e quella, purtroppo, non si può replicare.
Capito Favino?
SE VI PIACE FEDERICO
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