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Lo smanicato, una buona soluzione

smanicato

Che cos’è uno smanicato? semplice, è una giacca senza maniche, nella comune accezione, un gilet imbottito.

Stiamo parlando di un capo per le mezze stagioni che, ben lungi dall’essere scomparse, caratterizzano il nostro outfit dopo il riscaldamento globale.

Ma anche il gilet, come tutti i capi di abbigliamento, necessitano di un background per poterne comprendere lo stile fine in fondo e portarlo con consapevolezza.

gilet

Storia del gilet, dalla miseria alla nobiltà

Gilet è un termine mutuato dal francese e reso a volte in italiano graficamente con gilè: deriva dall’arabo jalīkah, che identificava una giacca indossata dai prigionieri in Algeria. Il termine a sua volta deriva dal turco yelek, che indica una giacca senza maniche indossata nell’Impero Ottomano.

L’antenato del gilet sembra sia il justaucorp (tradotto giustacorpo), una specie di lungo cappotto al ginocchio indossato dagli uomini nella seconda metà del XVII secolo e per tutto il XVIII secolo.

Di origini francesi e poi importato sui lidi albionici, solo nel 1666 il re inglese Carlo II Stuart, in opposizione alla moda francese, decise di introdurre il waistcoat termine che è il modo in cui ancora oggi gli Inglesi chiamano il panciotto.

panciotto

Indossato dalla nobiltà, il waistcoat storico era una giacca lunga fino al ginocchio, abitualmente indossata insieme ai pantaloni e ad un soprabito di uguale lunghezza: l’antenato dell’ attuale abito tre pezzi.

Durante il 1700 le maniche vennero man mano rimosse per ragioni di praticità.

Dopo la Rivoluzione Francese gilet e panciotti diventarono molto meno elaborati, più corti e stretti, assumendo un ruolo stilistico secondario rispetto al soprabito, tendenza che si accentuò dopo il 1800.

In pratica il panciotto serviva soprattutto per coprire le bretelle e ad ospitare l’orologio da taschino nella tasca dedicata.

Per il gentiluomo del ventunesimo secolo, ormai, il gilet è più una scelta stilistica che una esigenza pratica.

gilet

Il gilet come capo sportivo

E qui entrano in gioco gli inglesi, che da sempre usano il gilet come capo “over” per la caccia o l’equitazione outdoor nella loro eterna mezza stagione piovosa, ovviamente in versione impermeabile.

 Già nel 1928 la rivista Men’s Wear aveva definito il gilet sportivo un elemento importante nel guardaroba di un uomo elegante”.

Dopo essere passato per la versione “tattersall” (il famoso modello in tessuto di lana a quadri in voga soprattutto in Inghilterra durante le battute di caccia), questo modello di gilet senza maniche approda negli anni ’40 anche negli scenari urbani: in fondo era fin “troppo elegante per essere considerato sportivo”.

Adesso vediamo come inserirlo nel nostro outfit quotidiano, senza stravolgerlo ma anzi completandolo e dandogli quel quid di originalità.

gilet

Un capo per tutte le mezze stagioni

Avete presente quelle giornate che sì, ok, l’estate è finita, ma non fa proprio freddo, anzi, alle due si muore però tu esci alle otto in moto e rientri alle sette che poi fa fresco…cioè otto mesi su dodici a Milano e Italia in generale?

Ecco, sopra la giacca, sopra il golf o la felpa, oppure sotto un impermeabile o un cappottino, un bel gilet imbottito ci sta proprio bene.

All’epoca dei Paninari e di Ritorno al Futuro il gilet imbottito era di piuma e quindi tendenzialmente calduccio e molto sportivo.

Oggi grazie alle imbottiture cosiddette 100 grammi e ai tessuti di ultima generazione, un gilet imbottito può essere veramente light, slim ma allo stesso tempo proteggere dalle intemperie.

gilet smanicati

Gli abbinamenti migliori

Non esiste credo in commercio un capo più semplice da abbinare del gilet impermeabile.

Premesso che se non volete avere problemi ve lo comprate blu, nero o al massimo grigio, con la variante verde british per i più audaci, qualora vogliate dargli un tocco più da weekend buttatevi su rosso, giallo o blu china.

Poi un bel gilet sta bene persino su un completo sartoriale, con quell’aria di “scusate, piove e mi tocca uscire” così come sullo spezzato più sportivo, dove potete azzardare il colore.

Se invece il vosto outfit non va oltre una felpa e un paio di jeans o addirittura una tuta per chic che possa essere, allora potete anche osare il gilet più imbottito anni’80.

In generale, non bisogna preoccuparsi della differenza di lunghezze fra giacca e gilet se il gilet è over, è un contrasto che ormai è tollerato anche nelle occasioni più formali.

gilet colmar

Quanto costa un gilet impermeabile?

Qui bisogna fare un distinguo molto importante, fra il valore di un capo e il suo prezzo di listino.

O anche su quanto siate disposti a pagare per portare un capo firmato e di conseguenza di quanto ve ne freghi o meno.

Il valore di un gilet o smanicato che dir si voglia sta in due componenti: il tessuto in cui è realizzato e l’imbottitura.

Il che significa che nel 90% dei casi trattasi di tessuto sintetico doppiato da una termofodera più o meno qualitativa, quindi un capo che in Cina ha un costo di pochi dollari, al quale va aggiunto il trasporto ecc.ecc.ma che nei grandi numeri resta di quel valore.

Tradotto in soldoni, quello che comprate da Zara o H&M a 20 euro vale tanto quanto quelli della maggior parte dei brand che ne chiedono 200/ 250.

smanicato k-way

Logico che se poi volete ostentare un brand tipo Colmar, Polo, Tommy o K-Way due soldini dovete investirli.

Tenete però presente che per brand come Save the Duck c’è comunque della ricerca sui materiali che va in ogni caso considerata parlando di costi.

gilet save the duck

Il discorso cambia quando approcciamo maison tipo Moncler dove il prezzo sale fino a seimila euretti, o cercate status symbol come Fay…certe etichette si pagano ragazzi miei!

Se invece parliamo di tecnica, vi segnalo The North Face che, quando le temperature si abbassano, è una garanzia.

the north face

Il mio consiglio per capi come questi è di badare alla sostanza con un occhio al taglio, perchè uno smanicato imbottito è bello se aderisce bene alla linea del busto e non sembra uno scatolone indossato per caso.

gilet mcfly

 

 

 

 

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