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Lambretta: un capolavoro nato a Lambrate

Lambretta

Intendiamoci subito: Lambrate non è precisamente Portofino, è un quartiere di quella che era la cintura industriale milanese che non ha molti pregi, ma almeno è la patria natale della Lambretta.

Lambretta

Le origini del mito

La storia della Lambretta è per l’ennesima volta frutto del miracolo italiano del secondo dopoguerra.

La Innocenti fondamentalmente faceva tubi  (i famosi tubi Innocenti) dal 1933.

L’ingegner Luigi Innocenti nel secondo dopoguerra colse l’opportunità di motorizzare l’Italia della rinascita che necessitava di mezzi economici a quattro e due ruote.

Bisognava ricostruire tutto, dallo stabilimento alle catene di montaggio, quindi perchè non mettersi a produrre scooter?

Dalle ceneri dello stabilimento di Lambrate nel 1947 nasce così la Lambretta, sull’onda del successo della Vespa.

Diversamente dalla Vespa, che è stata costruita con un telaio costituito da un solo pezzo, la Lambretta aveva una struttura tubolare più rigida su cui veniva assemblata la carrozzeria, all’inizio quasi assente.

La Lambretta costa più del doppio della sua concorrente e risente di alcuni errori di progettazione che vengono eliminati nella seconda versione l’anno successivo.

collambretta

A star is born

Il successo planetario della creatura di Luigi Innocenti deriva dalla bontà del progetto che consentiva, tramite il telaio tradizionale in tubi e la posizione centrale del motore, un comportamento più motociclistico.

Come la Vespa, la Lambretta aveva un motore a 2 tempi funzionante a miscela olio-benzina, 3 o 4 marce, con una cilindrata che variava dai 39 ai 198 cm³.

Alla seconda versione vennero aggiunte  sospensioni anteriori e posteriori, ruote da 8”, cambio al manubrio, oltre che cavi all’interno del manubrio.

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La catena di montaggio consentì inoltre di abbassare sensibilmente il prezzo.

Progressivamente vennero aggiunte parti in carrozzeria che la resero simile esteticamente alla sua rivale “made in Piaggio”, alimentando un dualismo storico.

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Mod’s Favourite

L’orgoglio di Milano, però, non era destinato a fermarsi entro ai confini nazionali.

Entrambi gli scooter divennero i mezzi preferiti dei Mods in UK negli anni sessanta, scatenando la fantasia di customizzatori e meccanici.

La Lambretta, però, era più cromata e andava di più, ma non ditelo ai vespisti…

MODs

Nel frattempo, il buon Luigi decide di costruire una versione speciale per un record di velocità e fece le cose sul serio.

Nel 1949 la Lambretta conseguì 13 record sulla strada di collegamento tra Roma e Ostia, nove nella classe 125 cc a quattro velocità e quattro nella classe di fino a 175 cc.

Dal 27 settembre al 5 ottobre 1950, la nuova Lambretta aerodinamica conquistò 22 record mondiali.
Il primato assoluta di una Lambretta è di 201 km/h sull’autostrada tra Monaco e Ingolstadt.

Lambretta

La Lambretta degli indiani

Arriviamo agli anni ’70 e le abitudini degli europei si modificano.

I mercato richiede mezzi più sofisticati e a Innocenti fa fatica ad adeguarsi, così nel 1972 la proprietà oltre che la catena di produzione passa in mano straniera.

Una società indiana, la SIL, produrrà lambrette per i mercati dell’estremo oriente dal 1972 al 1994.

Alla Lambretta è stato dedicato il “Museo dello Scooter e della Lambretta“, nel comune di Rodano, in provincia di Milano.

gaber Lambretta

Fine della storia?

Oggi Lambretta GmbH è il frutto di una joint venture tra il Consorzio Lambretta (Innocenti S.A. con sede a Lugano) e Austrian Ksr group, un gruppo industriale che punta al rilancio della nostra Lambretta.

La rinascita è affidata alla  V-Special che sarà disponibile in tre diverse motorizzazioni, ovvero V50, V125 e V200.

lambretta new

Oltre che, naturalmente, nelle immancabili motorizzazioni elettriche.

A occhio sembrano un po’ delle copie senz’anima, ma per i nostalgici può bastare…

totò

 

 

 

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