È finito Pitti Uomo ed è il momento di tirare le somme sulle tendenze moda uomo del prossimo autunno /inverno.
Al di là di tante facezie su sciarponi, cappelli oversize, collane, occhiali monumentali e cappottoni siberiani, una cosa è sicura: il ritorno del Trench!
DALLA TRINCEA AD HOLLYWOOD: storia del Trench Coat
Puó darsi che non ve ne freghi niente delle tendenze moda, ma la storia del trench merita un approfondimento, visto il carico di suggestioni che porta con sé.
Il Trench Coat (cioè cappotto da trincea) è un impermeabile di derivazione militare, che trae le sue origini dalle esigenze dell’esercito di Sua Maestà la Regina che nel 1901 commissionò la prima versione ad una rinomata ditta produttrice di impermeabili, la Burberry, della quale sentiremo decisamente ancora parlare negli anni a venire.
Si trattava di un cappotto impermeabile in gabardina doppio petto piuttosto lungo dotato di spalline (per le mostrine) e mantellina, cintura per stingerlo in vita e dei ganci per appendere ammennicoli vari tipo bombe a mano e tric trac.
Doveva essere funzionale all’eleganza formale della divisa degli ufficiali coniugata con i rigori dell’autunno Nord-Europeo e le scomodità della guerra di trincea.
Autunno, non inverno, visto che, almeno inizialmente, non era prevista imbottitura e la gabardina non è che scaldi più di tanto, ma gli inglesi son fatti così…
La Burberry ne fece poi un modello “civile” accorciandolo e aggiungendo la celebre fodera tartan esclusiva, dotandolo anche di una extra-fodera di lana optional estremamente funzionale.
HUMPHREY, UN UOMO IN TRENCH
A rendere il trench un’icona mondiale ci pensò Lui, Humphrey Bogart, un uomo che ha incarnato il fascino maschile di una generazione, quella degli anni trenta e quaranta, l’unico e solo “duro” di Hollywood; Marlowe il detective, Sam Spade, insomma, lui che ha consacrato l’icona del detective in trench e Fedora che poi ha dato il via a infinite imitazioni e rivisitazioni, dall‘ispettore Clouseau a Dick Tracy fino a Blade Runner e Rorschach di Watchmen.
IL ritorno del TRENCH. UN CLASSICO SEMPRE ATTUALE
Volete sapere la mia opinione? A me il trench piace davvero, ne posseggo uno comprato in gioventù ed è lì, sempre attuale, sempre splendido nelle sue proporzioni a ricordarmi quanto siano lontani i miei vent’anni…ma anche come, in realtà, io non sia cambiato più di tanto.
Direi che è cambiato il modo di indossarlo, di viverlo, insomma: se prima di Blade Runner era d’obbligo indossarlo solo su di un completo formale o, al massimo, con un golf a girocollo di Cashmere a trecce, con la sua bella camicia di Oxford azzurra, oggi è lecito qualche abbinamento più “rock ‘n roll” con una felpa col cappuccio e i jeans o una t- Shirt nera o blu in versione spring summer (Armani docet) magari con un gilet di 100grammi come interno.
Sì, perché tutti gli stilisti se ne sono appropriati con personalizzazioni più o meno estreme, anche se, a mio modesto avviso “il trench” è quello originale di Burberry, possibilmente Khaki ,beige o mélange su quei toni.
QUANTO MI COSTA UN TRENCH?
L’originale (the Westminster) costa un botto: è un investimento, supera i 1800 euro, quindi merita rispetto.
In alternativa si può andare su Aquascutum, il “Bogart”, che si attesta sui 1120 euro e, diciamo così, rispetta il mood del personaggio, oppure su produzione italiana come Aspesi, Sealup o Allegri.
Io, se avessi un budget più risicato, andrei sul vintage, cioè l’usato, che per un capolavoro del genere può anche essere un’opzione valida: l’importante è controllare bene i dettagli per evitare i tarocchi ed avere sottomano una tintoria di fiducia.
