Io seguo con distacco e indifferenza il mondo della moda maschile.
Come sapete, non ho simpatia per gli estremismi e le bizzarrie dei sedicenti stilisti e non approvo la deriva commerciale “nouveaux riches” o “bling bling” del fashion system.
Capisco vendere ai mercati emergenti del lusso ma francamente me ne infischio…
Comunque, da un rapida occhiata alle ultime collezioni in vetrina e sulla stampa, mi si riempie il cuore di gioia per il ritorno di un vecchio amico: il Principe di Galles.
Che, se guardiamo il mio guardaroba personale, in realtà non era mai andato via.
Edoardo VII, Principe di Galles
Tanto per capirci, il Principe di Galles è l’erede maschio al trono del Regno Unito, quindi anche il pazientissimo Carlo lo è.
Il Principe di Galles in questione, però, è Edoardo VII, che allo svoltare dell’novecento, codifica come tessuto ufficiale dei nobili inglesi in trasferta in Scozia un certo disegno di tartan, il Glenurquhart o Glen Check.
Questo disegno dai caratteristici disegni bicolori è ottenuto con fili di colori diversi che si ripetono con uno schema definito, secondo cui la lunghezza in senso di sarà sempre inferiore alla lunghezza in senso di catena, in modo da dare comunque un aspetto verticalizzante al riquadro complessivo.
Questo per distinguersi dalla nobiltà scozzese, ritenuta ostile e volgare.
Considerate che l’Eddie in questione era comunque considerato uno degli uomini più eleganti del pianeta, come, peraltro, i suoi eredi, Carlo incluso.
Edoardo VIII, quello dello scandalo, per intenderci, lo ricordiamo, oltre che per i suoi gusti in fatto di donne, per la predilezione per questo tessuto e per il tweed.
Un evergreen sartoriale
Dal 1900 in poi quindi i tartan in lana, ma anche in cotone o fibre sintetiche col disegno Prince of Wales sono entrati nel guardaroba di tutti i gentiluomini senza più uscirne.
Basta fare un saltino a Pitti o dare un occhio alle sfilate di Lardini, Tagliatore, Paoloni, Lanieri, Brioni e compagnia bella per capire come il Glen Check sia quantomai attuale.
Possono cambiare le proporzioni, le vestibilità, i colori (in fondo bastano una tonalità chiara e una più scura) e il Principe di Galles si adatta ad ogni stagione e ad ogni nuovo mood stilistico.
E poi diciamolo: basta un minimo senso del colore e si adatta ad ogni abbinamento, anche con il denim, il cotone o il velluto, in chiave più sportiva o formale.
Un ottimo investimento
Insomma, se uno ha nel guardaroba una giacca in Principe ha sempre una soluzione in più, meglio ancora un completo, che ti permette un uso più formale e, spezzandolo, ti offre un’alternativa.
Proprio per questo, optando per dei volumi “classici”, cioè riproponibili più a lungo termine, consiglio di non lesinare sull’acquisto,, puntando su tessuti e lavorazione di qualità.
Non dico di rivolgersi ad un sarto, che sarebbe l’optimum, ma almeno investite qualcosina in più delle vostre finanze stressate, non ve ne pentirete.
Due sono le strade: cercare un outlet in zona e controllare l’etichetta, senza farsi incantare da tagli troppo fashion, oppure farsi un giro da Nervesa, Lanieri o posti simili, dove ci sono diversi livelli qualitativi, ma almeno ti danno il corrispettivo per quello che paghi.
E oggi, credetemi, questo ò un bel valore aggiunto.
