Sarà pur vero quello che dice il mio amico Andrea Canevelli, cioè che il cachemire è per i parvenue e lo shetland per i gentiluomini, ma un bel maglione di cachemire ha sempre il suo bel perché.
“Nessun uomo – diceva Coco Chanel – ti farà sentire protetta e al sicuro, come un cappotto di cachemire e un paio di occhiali neri” e dal suo punto di vista potrei anche sottoscrivere…
Ma prima dell’acquisto bisogna fare parecchia attenzione, proprio per non fare la figura dei parvenue, o dei polli se preferite…
Dalla Cina con morbidezza
Innanzi tutto definiamo bene la materia prima.
Dicesi Cachemire alla francese o Cashmere all’inglese una fibra tessile formata con il pelo di Capra hircus. proveniente dal Kashmir, regione attualmente divisa tra India, Pakistan Mongolia e Cina, last but not least.
Oggi il 67% mondiale del cachemire deriva dalle capre cinesi, al secondo posto la Mongolia (22%) che però vanta quello con la fibra più resistente e lunga – 43 millimetri, contro i 35 di quella cinese.
E non si tratta di numeri senza importanza…
Fino a prova contraria, più è lunga la fibra, minore è la tendenza a sfibrarsi, creando quel noioso e antiestetico effetto pilling (quelle palline generate dal contatto fra il calore corporeo e la fibra che si creano nei punti di maggior sfregamento).
Ora lo sapete come fanno i Cinesi, no? tendono ad accaparrarsi il mercato, isolando e boicottando il cachemire mongolo, grazie anche ad una simpatica politica di dumping.
I migliori siamo noi
Poi dobbiamo considerare che le migliori aziende manifatturiere del cachemire sono in Scozia e in Italia, con alcune eccellenze assolute, come il distretto di Ivrea e la Cachemire Valley, cioè l’ Umbria.Possiamo vantarci
Secondo i dati del Centro Estero Umbria, il distretto della maglieria (concentrato per l’83% nella zona di Perugia) conta 1700 imprese e circa 7mila addetti, con un fatturato annuo di 500 milioni di euro.
I migliori? vabbè per distacco Loro Piana,Lanificio Colombo, Ermenegildo Zegna e Piacenza Cashmere a Ivrea e Brunello Cucinelli nella Cachemire Valley.
Cachemire stupendo, ma prezzi stellari, migliaia di euro, diciamo quantomeno per pochi…
Ma allora, come giustificare la differenza di prezzo con il quarantanove e novanta dell’ Oviesse o di Uniqlo?
Chi più spende meno spende?
Mettiamo insieme i due discorsi: da una parte la differenza qualitativa fra cachemire mongolo e cachemire cinese dall’altra la differenza enorme di prezzo tra cachemire della grande distribuzione e luxury cashmere.
È evidente che il filato differente fa il prezzo, contando che stiamo parlando di un divario enorme, acuito anche dalla brutta tendenza di utilizzare il cosiddetto “cashmere blend”, una miscela di un per cento filato cachemire e 99 per cento rumenta assortita, comprensiva di sintetico ed elastene.
In poche parole, tutto si può definire cachemire, ma quello buono costa davvero tanto, per cui, rispondendo alla domanda iniziale, sì, il cachemire è un vero lusso.
Tutto il resto, più o meno, a parte il cashmere blend, che proprio non se pò vedè, è sul medesimo livello qualitativo e la differenza semmai è fatta dalla lavorazione, il numero di fili, le trecce, il modello, ma non aspettatevi più il Druhmor di una volta, il golf dei nostri papà, per intenderci.
Per cui, dovendo spendere per l’acquisto, io non esagererei più di tanto, oltre i duecento per intenderci, se non fossi più che sicura del passaporto della capra.
Manutenzione del cachemire
Nel caso che abbiate ancora un Ballantyne o un Drumohr paterno nell’armadio o siate degli happy few possessori dei Cucinelli ultima collezione, immagino sarete interessati a sapere come tutelare il vostro capitale e prolungarne la vita.
È fondamentale che non laviate mai il vostro maglione di cachemire in lavatrice perché sarebbe un metodo troppo aggressivo.
Lavatelo a mano immergendolo in acqua leggermente tiepida unendo uno shampoo neutro delicato e lasciatelo a mollo per 20 minuti.
Una volta trascorso il tempo di ammollo non strizzatelo come fareste con qualsiasi altra maglia.
Avvolgete il vostro maglione in un asciugamano e arrotolatelo delicatamente, in modo che inizi lentamente il procedimento di asciugatura.
Lasciatelo avvolto nell’asciugamano fino a quando quest’ultimo non avrà assorbito la maggior parte dell’acqua.
Togliete l’asciugamano e stendete un altro asciugamano asciutto sopra lo stendibiancheria in orizzontale; appoggiate sopra il maglione in modo che non abbia nessuna piega.
Tenete il maglione lontano da fonti di calore, come ad esempio il termosifone, e dai raggi solari diretti.
Se avete steso bene il pullover non dovrete neanche stirarlo, ma se per caso vi è scappata qualche piega, stirate il maglione di cachemire con un panno tra il ferro da stiro e il maglione.
Stiratelo senza vapore e con il programma per stirare la lana.
Se con il tempo il vostro maglione di cachemire genera qualche pallino, eliminatelo con l’apposito pettinino.
Mi raccomando, spiegate bene tutto al vostro maggiordomo, che non si trova più la servitù di una volta…
