La mia musica preferita è la musica di transizione, quella che nasce nei periodi storici di cambiamento, di rivoluzione.
Gli albori degli anni ’70 furono, per la scena newyorchese e londinese, un periodo di rivoluzione e di esplosione di nuovi talenti e nuove tendenze, nel rock’n roll, nel pop e nella moda, ossia nella cultura pop in generale.
La storia di quegli anni accosta due superstar apparentemente distanti fra loro, David Bowie e Iggy Pop, il raffinato Duca Bianco e il ruvido Iguana, in realtà vicini nella loro creatività trasgressiva.
SIETE DEI FAN?
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Iggy Pop, oltre ogni limite
Del Duca si sa tutto, di Iggy un pò di meno.
James Newell Ostemberg, nato a Muskegon, quindi americano, deve il suo nome d’arte al suo primo nome alla sua prima band, gli Iguanas, di cui era batterista.
Diventò poi il frontman dei Psychedelic Stooges, o Stooges, una band punk nella quale Iggy spiccava per le sue performances on stage, che poi rimasero la sua cifra stilistica.
Praticamente, quando nel ’74 lascia la band, Iggy Pop à uno dei punk più influenti della scena americana degli anni settanta, cioè tanta roba, anzi, tantissima…
Già il suo modo di suonare, così come la sua attitudine personale, gli lasciavano poche scelte.
Travolto dal vortice di ogni droga possibile e immaginabile, Iggy finì dritto dritto in un istituto di igiene montale intorno al 1975 dove sarebbe rimasto se non fosse arrivato David Bowie.
Iggy Pop aveva frequentato lungamente David Bowie negli ambienti newyorchesi, tipo lo Studio 54 o la factory di Andy Warhol, frequentati anche da Lou Reed, Amanda Lear e Jean Paul Basquiat (o Elio Fiorucci, se preferite).
Solo David però corse in aiuto del vecchio amico, intuendone anche le potenziali affinità artistiche con la sua musica.
David Bowie e gli anni di Berlino
Nel 1976 David Bowie porta con sé Iggy Pop nel tour Station to Station (cazzo, ero troppo giovane…) e comincia un sodalizio che durerà alcuni splendidi anni.
Dopo il tour si ricoverarono entrambi in una casa di riabilitazione a Berlino per problemi di tossicodipendenza ( a David piaceva la bamba, comprensibile, visto l’uomo…) e ne uscirono, se non guariti, almeno carichi di idee.
In questo periodo il Duca produsse due album memorabili di Iggy Pop: The Idiot e Lust For Life, due cd che ho letteralmente consumato.
Ecco, questa è musica che mi piace: pezzi come China Girl (che Bowie riarrangiò successivamente), Tonight e Sister Midnight hanno fatto la storia della musica pop, almeno nella mia personalissima playlist.
Diciamo che la padronanza musicale di David Bowie, la sua cultura pop di sposò con il “raw power” di Iggy Pop facendone scaturire delle melodie sotterranee, oscure e provocatorie che hanno stravolto i canoni della musica pop.
QUALCOSA DEL DUCA BIANCO…
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Iggy Pop, un uomo felice
Il Duca e L’Iguana sono rimasti amici e molto “vicini” musicalmente, anche se Iggy si è riunito agli Stooges, finché il tragico destino di David Bowie non ha trasformato il Duca Bianco in una stella oscura.
Sembra incredibile, ma fra Lou Reed, David Bowie e Iggy Pop, l’unico sopravvissuto è quello dei tre sul quale non avresti scommesso un centesimo che arrivava a fine settimana, tanto i suoi eccessi lo stavano distruggendo.
Oggi L’iguana è un rettile felice, ha passato gli ultimi decenni sperimentando ogni sorta di genere musicale, come già detto ha fatto album e tour con gli Stooges, ha una legione di fans pronti a seguirlo ovunque (me compreso…)
E’ in uno stato di forma invidiabile per un cinquantenne, all’alba dei 71 suonati, addirittura esibisce il suo corpo nudo come installazione vivente per fotografi.
Ha solo smesso di fare “stage diving” (ah, per inciso, l’aveva inventato lui…) dopo un brutto incidente, tipo quello successo a Morgan (tutto gli hanno copiato…sfigati!)
Ha anche adottato un pappagallo gigante con cui posta video su Instagram.
Roba da far invidia ad Albano e Gianni Morandi.
QUALCOSA DELL’IGUANA…
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