A Tavola col Ruvido

Guida Michelin della focaccia di Forte dei Marmi

focaccine

Lo so che farò incazzare tanta gente per questo articolato insignificante, ma sono fatto così, frega niente.
In primis i Liguri, che considerano la focaccia non solo roba loro, ma a livello di un marchio registrato, non la puoi neanche nominare se non sei di Recco e dintorni.
Premesso che io i Liguri li lascio volentieri nel loro brodo e per la focaccia, almeno, tutti i torti non hanno, tuttavia lo scopo di questo pamphlet è spiegarvi come muovervi se dal Forte non volete fare 100 km al giorno solo per comprare la focaccia.

Pietro Luci

Pietro Luci, ambulante e atleta

 

In primis fuit Pietro

Io sono un vecchio, anzi antico, frequentatore della Versilia nei ruggenti anni’60 e ricordo con profondo amore la focacceria (oggi si chiamerebbe così) Pietro, in centro al Forte, una specie di locanda sgarrupata ma terribilmente elegante dove il sabato sera aspettavi ora per dei triangolino di focaccia farcita di una bontà che ancora oggi mi scioglie il cuore.

Per quel piccolo ma frequentatissimo locale passava tutta la Forte chic e snob e quella che non ci veniva comprava le stesse focacce sulla spiaggia, dove il servizio delivery era garantito dallo stesso Pietro,  che da buon atleta della marcia (già allora piuttosto vetusto) si caricava sul braccio un caratteristico contenitore a doppio ingresso che manteneva le focacce alla temperatura giusta.

Sulla stessa lunghezza d’onda c’era Pizzino, outsider più sottotono che faceva anche lui servizio in spiaggia, ma che fu il primo a scomparire dalla scena dei locali.

valè

la banda di Valè

E in piazza c’era Valè

Negli anni’60 io ero un fantolino che rompeva i coglioni alla mamma alle 5 del pomeriggio per la merenda con le focaccine e a quel punto l’alternativa era: si compravano in spiaggia dai venditori di bianco vestiti o, se era brutto tempo , si andava direttamente in piazzetta da Valè, che all’epoca faceva praticamente solo focaccine e bomboloni, altra super bomba calorica, riservata generalmente alla colazione.

L’importanza di Valè si palesò al giovane Ruvido nei ruggenti anni ’70 quando, adolescente rampante quanto sprovveduto, passava pomeriggi interi (dopo le 5 in genere) in piazzetta davanti alla suddetta focacceria, cercando in ogni modo di attirare gli sguardi delle coetanee cavalcando goffamente l’Ancillotti 50 o la mitica Zundapp 125…che tenerezza…

Orlando e consorte

Orlando e consorte

l’epoca di Orlando

Purtroppo Pietro fu la prima vittima del fashion system fortemarmino, sostituito (per vil moneta e limite massimo anagrafico) da Gianni Versace, ma il suo posto nel cuore degli amanti della focaccia fu occupato da Orlando,suo genero, che si rifugiò nella più defilata location di Via Colombo in Vaiana, al confine con Roma Imperiale, zona supervip ma comunque con più spazio a disposizione dei clienti.

La lista delle focacce si ampliò, così come fu ribadita la presenza delle pizze e delle incredibili crostate di frutta, fatte al momento nel forno del locale.

Col passare del tempo la dimensione delle focacce si è via via ridotta, ma la qualità degli ingredienti è ancora la stessa, compatibilmente con i tempi moderni.

orlando

la focaccina di Orlando

Ma oggi come siamo messi?

La situazione al Forte oggi non è cambiata di molto, d’altronde il Forte vive nella sua bolla cristallizzata di eterno “Sapore di Mare”, una sorta di villaggio turistico simil anni’60 a misura di Russi, Arabi o Americani.

Orlando è ancora lì, inossidabile, e le focacce hanno ormai raggiunto gli 8 euro, tenendo presente però che per saziarmi io ne devo mangiare almeno 3, poi c’è la birretta, la crostata…insomma  fate voi i conti.

Quello che è rimasto invariato è il tempo di attesa, ma quello fa parte della tradizione, come la coda in Capannina e la pioggia a Wimbledon.

Valè dopo due anni di incertezze ha riaperto con nuova gestione ma a focaccine invariate, per fortuna.

Negli anni’70 costavano 50 lire, oggi siamo a 50 centesimi…è la Versilia baby, ma è pur sempre una merenda low cost…

Il Mangia e Tromba

il mitico Mangia e Tromba

Gli outsider

Possibile che in cinquant’anni non si sia mosso nulla?

Beh, non è esattamente così altre realtà si sono affermate, anche se un po’ periferiche rispetto al centro nevralgico del paese.

Vi ho già parlato di Scraus al Cinquale, poche centinaia di metri a nord del Forte, dove, oltre agli hamburger , le focacce di Drago, antico panettiere fortemarmino, spaccano il culo a tutti.

I frequentatori più nottambuli conoscono poi sicuramente il chiosco Coca Cola, a tutti però noto col nome di battaglia, ossia “Mangia e Tromba“, simpatico nomignolo derivante dalla frequentazione notturna da parte delle professioniste in servizio sul lungomare.

La focaccia è abbondante e qualitativa e il prezzo decisamente concorrenziale, ma, purtroppo, il chiosco non è più in attività nelle ore notturne e rimane valido per i pranzi estivi.

L’ultimo arrivato è il tanto celebrato Antico Vinaio, che scende in campo nel quadrilatero del lusso fortemarmino offrendo le sue pantagrueliche focacce al pubblico di Elite della Versilia , candidandosi a nuovo punto di riferimento della focaccia oversize.

Versilia vs Liguria

Allora, credo che se mi pronunciassi in un senso o nell’altro rischierei davvero una brutta fine.

Diciamo che le focacce sono diverse e partecipano a due diversi campionati.

Un consiglio però mi sento di darlo: se comprate della focaccia in Versilia, dovunque, anche in panetteria, consumatela il prima possibile perchè tende a diventare gommosa, non per colpa del panettiere o focaccere, ma per l’umidità caratteristica del luogo, nettamente superiore a quella ligure.

La focaccia in Versilia non si conserva, si divora immediatamente, cotta e mangiata…

Forte dei Marmi

 

 

 

 

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