Non vi voglio annoiare con il solito panegirico su Elisabetta seconda, sicuramente uno dei personaggi che hanno inciso maggiormente sul secolo scorso e sulla transizione verso il nuovo millennio del Regno Unito e del mondo intero.
Penso solo che senza il suo carisma ben difficilmente la Gran Bretagna sarebbe riuscita ad uscire indenne e unita dalle innumerevoli sfide affrontate nel periodo del suo incarico.
Voglio parlare di Carlo, un personaggio che amo molto.
Carlo III°, il brutto anatroccolo
Su Carlo si è detto di tutto, soprattutto si è giocato al tiro al piccione su di una serie di luoghi comuni e dettagli fisici e non in maniera ingenerosa e politicamente molto scorretta.
Innanzi tutto l’aspetto fisico. le grandi orecchie , la dentatura equina, l’aspetto dinoccolato, abbinati ad un’aria un po’ svagata lo hanno reso facile bersaglio di caricaturisti ed imitatori.
Ora…sarete belli voi! Insomma, da quando essere di gradevole aspetto è condizione funzionale all’essere un buon sovrano? Non è che tutti gli Inglesi siano Roger Moore o Michael Caine, quindi dovrebbero gioire di un monarca dall’aspetto fisico simile al loro…
Si sorrideva alla disparità fisica fra Diana Spencer e Carlo, paragonandoli alla bella e la bestia, come se fosse il primo caso nella storia in cui una bella (?) donna si innamora di un uomo affascinante e di potere, quale Carlo sicuramente è.
O vogliamo paragonare la casa sabauda?
Un gentiluomo di nome Charles
A me Carlo ha sempre fatto tenerezza, schiacciato com’era dalla figura ingombrante della madre.
Tutti santificano Lady Diana Spencer, ma, a quanto pare, quello obbligato a sposarsi controvoglia una perfetta sconosciuta era lui, quando il suo cuore apparteneva a Camilla Parker-Bowles, se mi volete perdonare un pizzico di sentimento stile Harmony.
Gusti? ok, gusti suoi, indiscutibili, fino a prova contraria.
Insomma, senza cadere nella retorica, non è facile essere il figlio di una Regina amatissima che non ha mai abdicato perchè (forse) riteneva l’erede al trono inadeguato.
In realtà Charles è un perfetto gentiluomo, a suo agio in un ruolo che, tutto sommato, ormai è puramente rappresentativo, ma deve essere un segno forte di unità per il paese.
Vogliamo parlare del suo outfit?: ai piedi Trickers, Crockett & Jones e, ovviamente John Lobb. Camicie impeccabili di Turnbull & Asser e capispalla di Burberry e Barbour. Per la maglieria? Charles si reca a nord del confine da Johnstons of Elgin per i suoi girocollo in cashmere.
Charles insomma è un simbolo sì, ma fondamentale per la Gran Bretagna , un paese così legato alle tradizioni ed è ansioso di giocarsi le sue carte, sempre che la vita gli conceda gli stessi anni di mammà…
Ah, a proposito, questo articolo è di un’inutilità a prova di bomba, ma mi sono voluto togliere la soddisfazione di dire la mia: in fondo avete letto solo 400 parole, che saranno mai?
