Ford Mustang; questa è innanzitutto una storia di uomini, oltre che di cilindri, cromature, benzina e polvere.
LEE IACOCCA IL SOGNATORE
Siamo nel 1962, l’America sta vivendo un sogno. Una nuova generazione, i cosiddetti “baby boomers”, sta sgomitando per aggiudicarsi la sua fetta di sogno americano, fuori ormai dall’incubo della seconda guerra mondiale.
Questi giovani rampanti volevano un auto nuova, qualcosa che incarnasse questo spirito spensierato ed ottimista. Il visionario manager Iacocca crea la Mustang, una grintosa sportiva costruita con pezzi di derivazione interna Ford. Quindi economica, ma muscolosa, sexy, insomma.
L’idea era fare meglio della Chevy Corvair Monza, con prezzi più bassi e linee più accattivanti.
Nel 1964 debutta la Mustang ed è un successo travolgente: 22.000 esemplari prenotati in un solo giorno. Piccolina per gli standard yankee (2,5 litri e 105hp), ma terribilmente cool (sembra una Ferrari).
La “ragazza” peró è destinata a crescere e a correre in pista, con motori da 4,7 litri V8 per il circuito Trans Am (1965) e big block 5.0 da 375hp (1967) per le gare Nascar, dominando i circuiti USA e inanellando affascinanti duelli con le rivali nate nella sua scia, la Chevy Camaro e Pontiac Firebird.
Steve McQueen e la Mustang
La Mustang è sempre stata una star di Hollywood, la muscle car più amata. Ma c’è un film che l’ha consegnata alla leggenda. Alla sua guida (ne dubitavate?) lui, Steve McQueen, che interpreta il più bel inseguimento della storia del cinema (a mio giudizio insindacabile), legandola per sempre al ruolo di “macchina dell’eroe”.
Ma la Mustang la rivedremo in tanti altri action-movies, come “Fuori in 60 secondi “ e nel suo remake con Nicolas Cage (per la precisione una Shelby) . E poi ancora ne “La guerra dei mondi ” con Tom Cruise, “Io sono Leggenda” con Will Smith, “Bull Durham” con Kevin Kostner e, naturalmente,“Fast & Furious” nei vari episodi.
Una menzione particolare per Ryan Gosling che, nell’ipnotico “Drive” guida una Mustang durante una rapina, mettendo in scena il suo lato oscuro.
CARROL SHELBY, IL PILOTA
Di lui ci si ricorda come di un costruttore, ma Shelby era soprattutto un pilota. Un ragazzo del 1923 che, dopo aver cercato fortuna in Formula Uno, approda a Le Mans (che vince nel 1959), per spostarsi definitivamente negli States. Appeso il casco al chiodo, nel ’61 crea la Shelby Cobra, una potentissima fast back con telaio AC British e motore Ford V8 4.7 con un solo obbiettivo: distruggere la Corvette.
Ma l’avversario da battere diventa presto la Ferrari e la guerra Cobra vs Ferrari infiamma gli ovali americani. Fino al 1966, quando la morte di Ken Miles, pilota pupillo di Shelby, lo convince ad abbandonare le gare.
Ma è nel 1968 che Shelby incontra la Mustang ed è grande amore…
La “sua” Mustang si chiama GT 350 ed è più che una serie speciale: diventa La Mustang. Per gli addetti ai lavori è il meglio del meglio: un 4,7 litri di potenza imprecisata, da zero a 100 in 3,4, secondi con la Corvette nel mirino.
Shelby ci lascia nel 2012, ma la GT 350 – poi GT 500 – è ancora prodotta da Ford ed è ancora il top di gamma Mustang.
LA MUSTANG È UNO STILE DI VITA
Non penserete mica di salire su una Mustang in giacca e cravatta, vero?
Se dovessi scegliere, opterei per un modello degli anni ’50: bello “ignorante”, colore scuro, magari dark green o nero, piuttosto che le versioni attuali, più “addomesticate” dall’elettronica con le sospensioni all’europea.
Il dress code prevede un giubbotto di pelle, nero direi, ma anche marrone mi va bene, o, in alternativa un bomber Alpha, molto trendy nel prossimo A/I 16/17.
Sotto ci sta a pennello un t-Shirt bianca pulita (o nera) e non vedo alternativa ad un paio di denim rugged o, al massimo, i sempreverdi cargo slim.
E ai piedi? Boots, direi, Blundstone o Mexicana, l’importante è che schiaccino il pedale del gas.
PERCHÉ LA MUSTANG MI PIACE TANTO?
Con tutta questa storia alle spalle non si può non amarla. E’ la quintessenza della concezione americano della sport car. Il sogno USA a quattro ruote. E’ filosofia on the road che ha attraversato i sogni della mia generazione, pur essendo un mezzo di difficile gestione nella realtà quotidiana de noaltri.
Ma ci deve essere un motivo se la Ford l’ha trasformata in una World car nel 2013 – manco fosse una Fiesta – così che possiamo comperarla in un qualunque concessionario sul territorio.
La verità è che, nella devastante pochezza del panorama del design automobilistico mondiale (macchinette e macchinone tutte uguali) la Mustang è un ideale, un ‘icona, un sogno…
E i sogni, si sa, non hanno prezzo.
