Ci avete fatto caso? nella storia di noi ragazzi degli anni ’60 c’è sempre una Fiat 127 e non è per caso.
Ci sarà un motivo per cui tutti, chi più chi meno, siamo saliti su quella macchinetta un po’ così, diciamo anonima, almeno per un periodo delle nostre vite.
Personalmente, la mia era di un’elegantissimo blu notte, era 1l 1979, ed è stata la prima automobile in cui ho fatto sesso…e non aveva neanche i sedili ribaltabili.
127, l’auto della svolta per Fiat
Correva l’anno 1971 e la gamma fiat era piuttosto obsoleta, diciamo vecchiotta.
La spinta dei modelli tipo 500, 600, 850 si era ormai esaurita e bisognava darsi una mossa per tenere il passo della concorrenza.
E qui la casa di Torino fa una mossa audace, gioca d’anticipo con una berlinetta innovativa “tutto avanti” rispetto alla 850 “tutto dietro” con nuove sospensioni Mc Pherson davanti e indipendenti dietro, nuovi freni a disco e nuovi materiali che generano una migliore abitabilità e ottime prestazioni.
Diciamocelo, si usciva dall’era nostalgica delle auto “fantozziane” per entrare nell’era delle auto a misura d’uomo, anche se questo purtroppo sanciva l’addio al design personale tipico del made in Italy.
Nasce la fiat 127 dalla matita di Pio Manzù e, anche se questo oggi potrà suonare quantomeno strano, diventa il punto di riferimento del segmento negli anni ’70, fregiandosi del titolo di Auto dell’Anno 1972.
Ne consegue un successo clamoroso di vendite: un milione di pezzi nel primo anno, cinque milioni in totale, grazie anche ad un entry level di 920.000 lirette.
Sia la Ford che la Volkswagen copiano spudoratamente la 127 per Fiesta e Golf, ma noi eravamo più simpatici e con la liretta costavamo di meno (capite perchè si sono inventati l’Euro a 2000 lire?)
La 127 Sport, una belva per andare in ufficio
Come se tutto questo non bastasse, nel 1978 Fiat lancia sul mercato la 127 Sport, rivale diretta della A112 Abarth, con le stesse prestazioni ma comfort e spazio dell’auto da famiglia.
Parliamo di una belva da 70 HP e 160 all’ora, che per il ’78 era tantissima roba, ad un prezzo decisamente democratico: ovviamente la 127 Sport spacca tutto e diventa un blockbuster del suo segmento.
Come ho già detto, io avevo la rivale, a mio parere più cattiva, ma me le ritrovavo ad ogni semaforo pronte all’ingarellamento estremo.
Nel novembre del 1981 arriva la seconda serie della 127 Sport, denominata “75 HP” (o “Sport 5 speed”) a causa della potenza aumentata a 75 CV. Il motore derivava dalla Fiat Ritmo Super 75.
Dopo di lei quella comodosa
Nel 1981 usciva la Uno, sua sostituta nei listini Fiat, con una campagna pubblicitaria incentrata sui neologismi (comodosa, risparmiosa) ma lei, la veterana indistruttibile, non abbandonava il combattimento.
Venne riproposta per alcuni anni in versione unificata come entry level della casa di Torino, un pò quello che sta succedendo alla Punto oggi, che però sta lasciando un vuoto enorme al suo posto.
Sta di fatto che la Fiat ha da anni abbandonato il segmento compreso fra Panda e 500 in mano alla concorrenza.
In molti, me compreso, pensano che i progettisti sabaudi dovrebbero darsi da fare per dare vita a una nuova 127, visto che, tutto sommato, ai suoi tempi era l’auto più venduta in Europa.
Sempre che agli Agnelli interessi ancora fare automobili…
