Che cos’è un’icona? Un’icona è un’immagine evocativa anzi è l’Immagine, la rappresentazione. Come ad esempio le Clarks, scarpe transgenerazionali che, dal dopoguerra in poi, non siamo più riusciti a toglierci dai piedi.
Da sempre il primo paio di scarpe “serie” che i papà comprano ai loro frugoletti, magari per la prima comunione.
Clarks Desert Boots: facciamo un po’ di storia
Le Clarks Desert Boots, che il giovane Nathan Clark disegnò nel 1949, dovevano essere una risposta alle esigenze delle truppe britanniche impegnate nel deserto, di cui Nathan era un ufficiale.

Derrick Rose
Nonostante il parere contrario della direzione dell’azienda, il Desert Boot venne messo in produzione. Parlare di successo planetario è riduttivo: dodici milioni di paia vendute fanno di questo polacchino una delle cinquanta scarpe che hanno fatto la storia del costume del secolo scorso e, chissà, forse del prossimo.
Molti storceranno il naso, ma, ve lo dico subito, a me non frega niente: il Desert Boot divide da sempre, si odia o si ama: io lo amo alla follia.
Qualcuno gli ha attribuito persino un significato politico: di destra, come ai tempi dei “Sambabilini”, nei roaring seventies, o di sinistra, con riferimento ai cantautori italiani che ne hanno fatto una divisa nei decenni scorsi.
Beh, quante scarpe conoscete in grado di aprire un dibattito politico? Inoltre sono decisamente rock, da sempre divisa dei gruppi inglesi, dagli Who agli Oasis, tanto che Gallagher ne ha persino disegnata una limited edition.
Negli States, teatro del loro primo successo commerciale come scarpa popolare, sono fra le preferite delle stelle di Hollywood come Sarah Jessica Parker.
L’ultimo ad aggiungersi a questa lista è Marco Giallini, di cui parlo in un altro articolo, attore/biker, romano de Roma, che sia nei panni di Rocco Schiavone, vicequestore a tinte noir, sia nella vita privata, ha dichiarato di non poter fare a meno del ruvido polacchetto britannico.
Siamo ormai prossimi all’uscita nel palinsesto Rai dei nuovi episodi della saga del Vicequestore più amato dagli Italiani, basati su 7/7/2007, che nuova luce porteranno sul tormentato passato di Rocco.
L’ho già detto, io adoro le Clarks: sono perfette in tante situazioni, rendono il jeans più formale ma sdrammatizzano il completo gessato non privandolo di eleganza.
Dal punto di vista pratico, poi, sono inarrivabili nelle “mezze stagioni”, quelle che, in teoria, non esisterebbero più, ma, in realtà, caratterizzano la nostra vita di tutti i giorni.
Mi piace pensare che un paio di scarpe cosi semplici, grezze,”ignoranti “, possano essere abbinate con stile un po’ a tutti gli outfit, regalando un tocco snob, di understatement.
Fate un po’ di shopping
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Desert Boots, non solo per uomini
Ma le Clarks non sono un accessorio solo maschile, tutt’altro. Le ragazze le sapranno abbinare allo stile neo-folk o neo-punk nelle limited edition più creative e colorate, con un effetto shabby chic internazionale e allo stesso tempo Italiano.
L’unico limite sta nella loro struttura, con un fondo piatto come una tavola da stiro, che richiede una statura quantomeno “media” per evitare l’effetto puffo…
Non per niente si vedono spesso ai piedi di Kate Moss.
Forse servirà ricordare che personaggi del calibro di Domenico Dolce, Stefano Gabbana, Maurizio Purificato e Patrizio Bertelli ne hanno fatto da sempre la loro divisa, magari a scapito delle loro stesse creazioni.
A questo punto sono convinto che non desideriate altro che possederne un paio, quindi, perché aspettare?
buttate un occhio qui
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Dove comprare un bel paio di Desert Boots
Le Clarks, come ormai sono conosciute da tutti, nascono dalla mente di un progressista radicale, quindi hanno alle spalle un progetto commerciale piuttosto originale, per cui il prezzo non varia molto da nazione a nazione, come quello del Big Mac o di altri oggetti simili: a mantenere questi prezzi in equilibrio nel mondo ci pensa la rete distributiva diretta della Clarks.
Difficile trovarle scontate, i margini sono bassi per i commercianti…però nei momenti strategici ci si può accaparrare qualche limited edition in esaurimento a prezzi interessanti.
Se volete un negozio con un assortimento fuori dal comune, andate da Royal Britannia Boutique, a Milano, un angolo di cultura albionica sotto la Madonnina.
Per chi cerca l’impossibile, cioè quelle varianti multicolor che la Clarks non ha mai avuto il coraggio di produrre, suggerisco Panca’s in Corso di Porta Ticinese a Milano, una bottega decisamente fuori dagli schemi.
Se poi vivete sul cocuzzolo di una montagna che vi posso dire…avete presente Amazon?
Occhio al catalogo
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E se non abbiamo proprio i soldi per le magiche Clarks? Diciamo che sono come la Settimana Enigmistica, ci sono in giro una quantità di imitazioni, anche fatte meglio, con materiali migliori, come quelle della Frau, ma il fascino non abita più qui.
Un ultimo suggerimento alla Clarks ltd: perché non inventarsi un progetto di customizzazione che preveda le iniziali del possessore ricamate sul fianco delle polacchine (magari con un cotone abbinato ai lacci) rendendo ogni paio unico e irripetibile?
Deve arrivare Lapo a dirvelo, cari eredi di Nathan? Date retta al Ruvido…
Un polacchino fatto per il deserto, con materiali obsoleti, una forma antica come i gioielli della corona, troppo basso di fondo, freddo d’inverno e caldo d’estate…perfetto, non saprei vivere senza!
