La Mehari è una macchina che forse in città i più giovani non hanno mai visto, ma a chiunque abbia bazzicato almeno una volta una località balneare non può essere sfuggita.
Il look di questa “bagnarola” in plastica è inconfondibile: è il frutto di un’epoca in cui i Francesi facevano auto bellissime come la 2CV, la Dyane, la Renault 4 e poi, più in alto, l’indimenticabile Citroen DS.
Dopo di loro, i cugini d’oltralpe hanno rimosso la parola “personalità ” dal dizionario del design.
PER COLLEZIONISTI
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Mehari, la rivale della Mini Moke
La Mehari (nome di una razza di dromedari) nasce come risposta francese alla Mini MOKE, che, in piena Surf Generation, stava spopolando su tutte le spiagge d’Europa .
Le automobili nel ’68, erano arnesi piuttosto semplici: prendi il pianale della Dyane, accorcialo di 20 centimetri , monta un motore di circa 500 cc con 30 CV ( non serviva di più per gironzolare a Saint Tropez), monta una carrozzeria di pannelli di ABS (plastica, era l’epoca della plastica) et voilà: la Mehari era bella e pronta per la spiaggia.
Mehari, i numeri di un successo
20 anni di produzione, circa 160.000 esemplari prodotti, anche in versione integrale. Un fenomeno di nicchia, come si dice oggi. La Mehari ha avuto diversi aggiornamenti, uno sostanziale nel 1978 con nuove sospensioni, sterzo e impianto frenante. Senza perdere mai il suo spirito vacanziero e ribelle. L’auto ideale per chi vuole uscire dagli schemi.
L’auto del surfista
Queste caratteristiche hanno consacrato la Mehari auto ideale del surfista. Uomo ruvido per eccellenza, individualista, lupo solitario votato all’essenziale (a cosa servono i sedili posteriori? Via, spazio alle tavole e alla borsa frigo). La capote è un inutile orpello, tanto si vive nell’acqua, fa forse paura la pioggia?
Quanto costa una Mehari?
Come è prevedibile, un esemplare in buone condizioni non è facile da reperire e non costa poco (5/6000 euro prezzo base) ma, come tutte le auto di quegli anni, sembrano dotate di vita eterna, per cui, con i soldi di uno scooter, ci si può assicurare una compagna immortale che porta con se la leggenda di Brigitte Bardot, Alain Delon, Bebel e Francoise Hardy.
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