Pochi se lo ricordano, ma nei suoi anni ruggenti a Milano c’era un locale chiamato Number One.
Eppure è stata la prima discoteca aperta in città, prima dell’Odissea e dello Studio 54.
Ma non si può parlare di Number One senza parlare di Gigi Rizzi.
Gigi Rizzi, l’uomo che fece innamorare B.B.
Questa è una storia degli anni ’60, che ha il sapore vintage delle avventure irripetibili.
Gigi era il rampollo di i una tranquilla famiglia borghese di Piacenza che nel dopoguerra si trasferì a Nervi e iniziò a frequentare Saint Tropez .
Insieme a lui c’era un gruppo di amici fra cui Beppe Piroddi, Franco Rapetti (detto “Il Principe”), Rodolfo Parisi e Gianfranco Piacentini, conosciuti come “les italiens”.
La breve storia d’amore con Brigitte Bardot nel 1968 lo consegna alla ribalta internazionale e alla leggenda,
Ma il Gigi nazionale d’inverno gravitava nella città fulcro del miracolo italiano, la Milano del boom.
Il Number One, centro della movida
Milano di notte nel ’68 e dintorni era il regno dei night club, tipo la Porta d’Oro o il Maxim e le discoteche erano un fenomeno ancora sconosciuto.
Tuttavia, la rivoluzione giovanile in atto suggerisce Gigi che non sta cambiando solo il modo di pensare e di vestirsi dei ragazzi, ma anche di ballare.
Basta col lento, considerato troppo borghese, e basta in generale coi balli in coppia. I giovani di fine anni Sessanta vogliono ballare da soli.
Piroddi e Rizzi, che erano già titolari di alcune quote di un famoso locale di Saint Tropez, l’Esquinade, decisero così di portare un po’ di Costa Azzurra anche a Milano.
Dopo avere girellato per la città in cerca del posto giusto per qualche mese, decidono di aprire la loro discoteca, la prima in assoluto in Italia, in via dell’Annunciata 31, a un passo da Via della Spiga.
Botto assoluto, pienone tutte le sere…
Grandioso era anche il pavimento illuminato da sotto e la consolle del DJ con un piccolo ascensore luminoso.
Sulla pista e sui divanetti in velluto tigrato del Number One sfila la meglio gioventù milanese e le più belle modelle internazionali.
Un nome su tutti: Odile Rodin, la vedova di Porfirio Rubirosa, il “padre” di tutti i play boy, Gigi Rizzi compreso.

notti scatenate a saint tropez
Un gatto in tangenziale
Purtroppo Milano era anche la città della mala, di Turatello e del racket e un locale del genere faceva gola a troppi…
E quindi 15 giugno del 1971, alle 5 di mattina, una bomba fa saltare in aria l’ ambaradan.
Pochi mesi prima del Number One era toccata a un altro locale notturno (il Bang Bang di via Molino delle Armi) la stessa sorte.
Dopo il disastro, ci pensarono la GDF e la Questura a seppellire il Number One per irregolarità di vario tipo che ne sancirono la chiusura nel giugno del 1971.
Ma ormai Gigi Rizzi era passato oltre, si stava dedicando al cinema, lasciando la sua creatura al suo triste destino…
Quello che venne poi
La storia successiva la conosciamo: la strada per le discoteche era aperta
Dopo pochi anni iniziarono ad aprire lo Studio 54 di corso XXII Marzo, omonimo dello Studio 54 di New York, l’Odissea 2001 di via Forze Armate e il Prima Donna di via Verri.
Ma questa è un’altra storia della Milano di notte…
