Correva l’anno 1980, il Ruvido era un pischello e le BMW erano motociclette “pettinate” , roba da “sciuri”, tendenzialmente un po’ in là con gli anni, vagamente sonnolenti: questo almeno agli occhi di uno smanettone di diciannove anni a cui piacevano le KTM. Poi è arrivata lei: la BMW R 80 Gs
BMW R 80 Gs, UNA MOTO SCANDALOSA
Come folgore dal cielo, come nembo di tempesta, l’elica bavarese colpì l’universo biker con la presentazione di un modello assolutamente innovativo, una sorta di bestemmia tecnica: la BMW R 80 Gs, cioè
“gelande/strasse”, c’est a dire entrofuoristrada, il primo SUV a due ruote.
I commenti ironici si sprecarono e, devo ammetterlo, neanche a me piacque tanto l’idea di una BMW “di plastica”, un po’ sgraziata, un’enduro bicilindrica boxer, pesante per i suoi cinquanta cavalli.
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Non avevamo capito niente, eravamo di fronte all’alba di una nuova era: la BMW R 80 Gs era la capostipite della metà dei modelli di moto attualmente in listino, che sarebbe rimasta per anni al top della classifica di vendite della categoria, nonostante il prezzo piuttosto elevato, fino a diventare quello che si definisce una “Istant Classic”
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UNA MOTO VERSATILE
L’errore fu paragonarla ai modelli esistenti. La BMW R 80 Gs era un’altra cosa, un oggetto tutto nuovo.
Potevi farci tutto: viaggi, lunghi e brevi, casa-lavoro, fuoristrada anche abbastanza impegnativo, magari con qualche piccola personalizzazione. Agile e maneggevole nonostante il peso grazie al baricentro basso e al manubrio largo, adatta per questo anche alle biker in rosa.
Che dire? Affidabile come può esserlo una bicilindrica teutonica, oltretutto spogliata dagli orpelli cromati, all’insegna di “quello che non c’è non si rompe”. Ma tecnicamente raffinata con la trasmissione a cardano inglobata nel forcellone e adattata all’off-road con la ruota posteriore a sbalzo per facilitarne la sostituzione. Era goffa nel design ma con il fascino country della Land Rover .
Per chi dubitasse delle sue performance in fuoristrada, pochi anni dopo venne allestita una versione più “cattiva” che si impose sulle mulattiere da Enduro, fino ad arrivare alla leggendaria “Paris Dakar” di Gaston Rahier.
LA SETTA DELL’ELICA
La BMW R 80 Gs entró subito nel cuore dei milanesi, quelli più snob come i biker, quelli veri, contrapposti ai fan delle Harley che in quegli anni cominciavano a ruggire nelle strade notturne della Milano da bere.
Entrambe le gangs sono ancora lì, inossidabili, con i nuovi adepti mescolati ai vecchi soci dal pelo grigio e le Belstaff strausate, a testimonianza di una passione che non si affievolisce.
Sì, perché la BMW nel 97 ha pensionato la BMW R 80 Gs, sostituendola con una specie di portaerei larga come una city car, (salvo poi riproporre una replica all’ultimo EICMA). Ma quella capace di infiammare i cuori dei gentlemen bikers di Milano è lei, la BMW R 80 Gs, la boxer ruvida che ha cambiato il concetto di enduro.
