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Alfasud, pomo della discordia

Alfa-Romeo-Alfasud

L’Alfasud è un modello di Alfa Romeo messo sul mercato nel 1972 e questa è la fredda cronaca.
In realtà la storia dice che il mondo automobilistico si à nettamente diviso in due riguardo al suo arrivo.
Chi l’ha amata ha sempre sostenuto che era un progetto ardito di alta tecnologia.
I suoi detrattori la considerava l’inizio della decadenza dell’Alfa Romeo.

Alfasud

L’Alfa Romeo del popolo

Bisogneremo prima chiarire il contesto generale: siamo alla fine degli anni’60, il boom economico che ha caratterizzato questo decennio sembra aver spaccato l’Italia.

Il nord marcia spedito verso il benessere, il sud sembra svuotato dai flussi migratori.

La necessità di dare occupazione al sud, i fondi stanziati dall’IRI, l’opportunità di espansione per l’Alfa Romeo, azienda  del gruppo IRI, portarono nella direzione dello stabilimento di Pomigliano d’Arco.

E qui cominciava una delle peggiori disavventure all’industria italiana del dopoguerra.

La necessità di assumere manodopera non specializzata, un sistema oscuro di acquisto delle materie prime (laminati russi…), la tensione sindacale dell’epoca, una generale disorganizzazione, una logistica improvvisata e la mancanza di infrastrutture adeguate portarono ad un vero disastro.

Questo non impedì di produrre oltre un milione di Alfasud, record assoluto per l’Alfa Romeo.

Che però costavano allo Stato più del loro prezzo di vendita.

alfasud

Un progetto di eccellenza

Eppure l’Alfasud era un’automobile nata con tutti i crismi per essere una vera Alfa Romeo.

Il padre dell’Alfasud era Rudolf Hruschka, già braccio destro di Ferdinand Albert Porsche.

La carrozzeria invece usciva dalla penna di Giorgetto Giugiaro, mica l’ultimo dei pirla.

La neonata Alfa era dotata di motore boxer 1200 raffreddato ad acqua da 65 cavalli, quattro freni a disco,retrotreno ad assale rigido con parallelogramma di Watt e avantreno MacPherson e, soprattutto, era un’Alfa Romeo.

Il tutto in una berlinetta per famiglie che costava meno di un milione e mezzo che, per l’epoca, era veramente low budget.

alfasud interni

Le cadute di stile erano nelle rifiniture, povere, misere a dir poco: plastiche orrende, sedili in sky inguardabili senza poggiatesta, zero contagiri, zero servofreno, cerniere a vista.

Alfasud

Rust never sleeps

Il vero problema dell’Alfasud però era la ruggine, un vero cancro che impestò quasi tutta la produzione della berlinetta.

Le cause non furono mai chiarite fino in fondo.

Si diceva che i laminati fossero scadenti, ci fossero dei problemi di lavorazione o stoccaggio, c’era chi puntava il dito sui controlli qualità quasi inesistenti.

La situazione sindacale dello stabilimento di Pomigliano era tale poi da rendere il mistero ancora più irrisolvibile.

Sta di fatto che il progetto Alfasud causò un danno d’immagine così profondo al marchio Alfa Romeo da affossarlo quasi completamente.

Alfasud

L’evoluzione del progetto Alfasud

I problemi dell’Alfasud erano così tanti da generare un continuo aggiornamento del modello, tanto da impedire una reale separazione fra le varie serie prodotte.

Lentamente furono introdotti il cambio a 5 marce, un motore da 1300 cc potenziato, i poggiatesta e sedili in panno più rifiniti.

La vera rivoluzione arrivò nel 1980 con la cosiddetta terza serie, che fu un tentativo di adeguare l’Alfasud ai rinnovati gusti degli automobilisti europei,

Alfasud

La gamma fu rivista completamente ridandole nuovo slancio, fino alla definitiva cancella azione del modello, nel 1984, rimpiazzata dall’inguardabile Alfa 33.

Sulla quale stendiamo un pietoso velo.

alfa 33

Cosa resterà dell’Alfasud?

Io ricordo l’Alfasud come la macchina del babbo di Andrea, che da vero alfista, ne elencava di continuo i pregi ingegneristici (Andrea oggi è uno stimatissimo ingegnere).

Quello che Andrea però nascondeva ad arte erano le bestemmie del padre che ogni mese era costretto ad una visita dal meccanico o dall’elettrauto.

Detto questo io non amavo l’Alfasud, troppo grassa e con quell’aria da cugina sfigata dll’Alfetta, la macchina dei rapinatori, la vera Alfa.

Purtroppo questa era l’immagine che il mondo si era fatta della disgraziata berlina di Pomigliano e anche il biscione Alfa fu tristemente abbinato di conseguenza, con i risultati che conosciamo.

alfasud

 

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